Ciao mi chiamo Claudia e volevo raccontare la mia esperienza con Whiskey che avrebbe compiuto 30 anni a dicembre di quest’anno.
Nel lontanto 2005 ho scelto di adottare Whisky: un cavallo che in passato era stato scelto per fare il saltatore, ma si sa, se non si è perfetti in questo mondo si viene messi all’angolo… e cosi è stato anche per lui.
Avevo da poco iniziato un nuovo percorso come volontaria all’ EZ’s Place, Rifugio del Cavallo dove ho acquisito tante informazioni teoriche e pratiche riguardanti il mondo degli equidi. Whiskey aveva una proprietaria (se così si può definire) ma tra noi è stato amore a prima vista diciamo che ci siamo scelti. CONSAPEVOLE di cosa significasse, ho scelto di adottare Whisky e mia mamma mi ha aiutato perché come tutti dovrebbero sapere, mantenere un cavallo non e come mantenere un criceto; anche se devo dire che spesso mi vengono fatte domande tipo: si devono fare gli zoccoli anche al cavallo? ma perché hanno le coperte?!
Io rispondo ogni volta la stessa cosa: ma tu le unghie te le tagli?? ma tu se hai freddo ti copri??
Ma veniamo a noi …negli ultimi tre mesi al mio povero cavallo son successe due esperienze molto forti che vorrei raccontarvi. A Giugno durante una tromba d’aria al rifugio il vento ha sradicato la sua casetta distruggendola in mille pezzi e causando molti altri danni. Per fortuna nessuno si è fatto male, è stato un miracolo 🙂
E stata una lezione importante per lui e x me perché i danni si riparano, ma la vita una volta persa non torna indietro!
La seconda esperienza di vita arriva ai primi di agosto: ricevo una telefonata in cui Evelyne mi dice che il cavallo stava male – corro – in brevissimo tempo arrivo al rifugio per vedere cosa stava succedendo. Whiskey stava proprio male: in un primo momento abbiamo ipotizzato un colpo di calore (i sintomi c’erano tutti) quindi decidiamo di intervenire con delle docce di acqua fresca e del cortisone in attesa che arrivasse il primo veterinario disponibile.
Appena arriva ci conferma che potrebbe essere stato il colpo di calore, gli prepara una flebo di soluzione salina per idratarlo, osculta il cuore e lo visita. Nel giro di alcune ore le cose si stabilizzano.
Pian piano vediamo un lento miglioramento. Chiamiamo comunque il nostro veterinario di fiducia che il giorno dopo ci raggiunge. A mente fresca ci accorgiamo che il muso del cavallo e storto verso sinistra e notiamo che è perso, fatica anche a deglutire e a magiare. Non muove più la coda e non fa pipì. L’unica cosa che riusciva a fare era defecare. Da qui la terribile diagnosi: ICTUS!
Mi si e gelato il sangue ero incredula. Non e una cosa che senti tutti i giorni, un cavallo con l’ictus. Non avevo idea di cosa sarebbe successo.
Con l’aiuto del veterinario e con la grande esperienza di Evelyne, decidiamo di intervenire subito facendo tutto il possibile con farmaci e flebo. Whiskey è stato bravissimo… gli siamo stati vicino giorno e notte. Sono passati 3 giorni però non accennava a fare pipi abbiamo capito che la lesione neurologica era ancora in atto.
Nella mia testa frullava di tutto ma nello stato in cui era non avrebbe potuto sopravvivere, eravamo seduti al tavolo e dovevo prendere quella decision: porre fine alle sue sofferenze il mio dolore era lancinante e il mio cuore non riusciva a dire quelle parole. Non so se lui ci abbia sentito parlare ma sta di fatto che dopo un oretta ha cominciato a fare pipi da solo, mi si sono illuminati gli occhi per la gioia che avevo!!! Non avremmo mai pensato di essere tanto felici per una pipì.
Passavano i giorni e il mio cavallo pian piano riacquisisce quasi tutte le facoltà motorie tranne la retrazione del pene: è una parte molto delicata. Decidiamo di richiamare il veterinario per l’ennesimo consulto: il danno alla zona c’è e proviamo ad intervenire con manovre, massaggi e con tutto ciò che di possibile si poteva fare; alla fine non c’è molto altro da fare.
Usando la fantasia creiamo una sorta di “mutanda” dove viene infilato il pene sorretto da delle fasce laterali che legate attorno la groppa, evitano che il pene si gonfi. Il progetto “Mutande” ha avuto più sviluppi per andare incontro alle sue esigenze 🙂
Parlando con il veterinario mi si prospettano questa soluzione: l’amputazione del pene. Questo significava dolore post operatorio, degenza in clinica dove lui dovrebbe stare solo, io lontana e un viaggio da affrontare.
Senza parlare di un 20% di possibilità di sopravvivenza.
Era il momento di prendere una decisione!! Ci tengo a precisare che prendere decisioni per un altro essere vivente è una cosa difficilissima, ti logora l’animo perché non sai se sarà la decisione giusta.
Bhè io ho deciso che viste le sue condizioni generali (senza dolori, aveva ripreso a mangiare, bere, fare pipi e cacca da solo) ho voluto lasciarlo in pace. Non ho trovato giusto pensare di procurargli nuovamente dolore magari solo per guadagnare 4 mesi di vita!! Sono passati altri 3 mesi, lui è stato bene. Whiskey era un cavallo forte di spirito, di fisico ed era fiero delle sue mutande!!
E’ stata un esperienza molto forte… volevo ringraziare tutti quelli che mi hanno scritto o chiesto come stava e un grazie speciale allo staff dell’EZ Place, Rifugio del Cavallo di Montereale Valcellina 😀
Oggi Whiskey non c’è più, ci ha lasciato un mese fa per una colica, si è spento serenamente tra i suoi cari amici del Rifugio.