Nata e cresciuta in un piccolo paese di campagna, è sempre stato naturale che gli animali facessero parte della mia vita.
Durante tutta la mia fortunata infanzia ho avuto spesso modo di fraternizzare con cani, gatti, conigli, galline, mucche e quant’altro, e la cosa mi veniva tanto spontanea quanto lo era passare il tempo con i miei coetanei. Dalla finestra della mia stanza, poi, potevo ammirare un gruppo di cavalli, splendide creature, l’incarnazione stessa della forza e dell’eleganza, che se ne stavano tranquilli a brucare l’erba. E io passavo ore intere ad osservarli da dietro il recinto, scrutando ogni piccolo particolare e ogni tanto gli allungavo qualche manciata d’erba sperando di sfiorare il loro muso di velluto, incurante dei divieti di mia madre che temeva per l’incolumità delle mie dita!
Credo che in quei momenti sia nata dentro di me la grande passione che nutro per questi nobili animali.
Il trascorrere del tempo non ha smorzato questa mia attrazione nei confronti degli equini e, molti anni più tardi, quando ad una manifestazione a Pordenone ho notato il banchetto del Rifugio del Cavallo non ho esitato un istante a fermarmi per chiedere informazioni e acquistare il loro bellissimo calendario.
Da lì ad andare a visitare di persona l’EZ’s Place il passo è stato breve; era un sabato di gennaio 2014 e non erano trascorsi nemmeno cinque minuti da quando ci avevo messo piede, che sentivo già il desiderio di collaborare con quei volontari!
Sono stata accolta da tutti con grande gentilezza, mi hanno fatto sentire da subito parte del gruppo, seguendomi con pazienza e competenza mentre muovevo i primi passi in quel luogo tutto da scoprire. Al Rifugio ho trovato persone straordinarie, che adesso non esito a considerare amici, con idee e caratteri anche molto diversi tra loro ma capaci di ascoltare e confrontarsi con rispetto e uniti da un unico obiettivo: impegnarsi, ognuno secondo le proprie capacità, inclinazioni e tempo libero, per accudire gli ospiti del Rifugio (che oltre a cavalli sono anche cani, gatti, asinelli, caprette, ecc.)
Qui ho imparato e sto ancora apprendendo un sacco di cose sulla gestione dei cavalli dal punto di vista fisico, ma soprattutto sto scoprendo con meraviglia quanto essi siano in grado di capire noi esseri umani e le nostre intenzioni, di percepire la vera essenza di chi gli sta vicino. Hanno la straordinaria capacità di decifrare i nostri veri sentimenti al di là di quello che vogliamo dimostrare, siamo come un libro aperto per loro e a volte ho la sensazione che riescano a leggerci dentro meglio di quanto sappiamo fare noi stessi.
I cavalli mi stanno dando una grande lezione: è molto importante avere fiducia in sé stessi ed è meraviglioso riuscire a guadagnarsi la loro, che non si ottiene tramite la violenza e la sottomissione, ma con comprensione e gentilezza, cercando di costruire giorno dopo giorno un legame basato sul rispetto reciproco, così avremo dei compagni di vita sinceri e leali, che meritano senz’altro il nostro amore incondizionato. Io sto facendo questa grandiosa esperienza con Black, e non riesco a descrivere la mia gioia ogni volta che riusciamo a raggiungere anche solo un piccolo obiettivo insieme, si può dire che stiamo imparando uno dall’altro e ogni passo avanti rafforza sempre di più il nostro rapporto. Non potrò mai ringraziarlo abbastanza per questo.
E poi al Rifugio ho avuto modo di scoprire qualcosa che mi era sfuggito, o che forse non avevo mai voluto vedere, mi riferisco ai problemi che a volte l’uomo può causare, volontariamente o no, danni fisici o psicologici nei confronti di creature innocenti. Questo aspetto della mia esperienza qui è doloroso, mi provoca rabbia e frustrazione ma è comunque utile in quanto fa riflettere su quanto le azioni di ognuno abbiano delle conseguenze, tante volte purtroppo a discapito di molti animali, troppo spesso considerati come merce usa e getta!!
Ma ci sono anche momenti davvero indimenticabili, in cui grazie all’esperienza e determinazione di Evelyne e all’impegno di tutti i volontari, si riesce a salvare una vita (come nel caso di Josephine), o a sanare le ferite al corpo e all’anima degli animali ospitati, che ti guardano con gli occhi pieni di gratitudine, e questa è la soddisfazione e la felicità più grandi che qui si possano provare, quegli sguardi sono la ricompensa maggiore per tutti noi, in questa splendida realtà, nata vent’anni fa grazie alla forza di una persona e dove nel tempo si sono incrociate le vite e i destini di molti esseri, umani e animali, e io sono orgogliosa e grata di farne parte.
Roberta Altan