Giove

10.4GioveGiove era un cavallo baio maremmano. Era nato nel 1986 e arrivò da noi il 10 ottobre 2009 quando aveva circa venticinque anni.
Anche lui, come tanti altri, era un cavallo a cui nessuno avrebbe dato più una chance.

La prima riga della sua cartella clinica riporta questa annotazione del veterinario che lo visitò appena arrivato:
gravi esiti cicatriziali al pene, denutrizione e turbe comportamentali”.

Giove era malato,
Giove era diffidente,
era sospettoso e parecchio arrabbiato.
Non si fidava degli uomini.

Anzi: erano i suoi peggiori nemici.

Non fu difficile capire il perché e dargli ragione in modo incondizionato.

Rimase con noi in Rifugio per tre anni. Troppo pochi per affezionarsi?
No, furono invece più che sufficienti perché Giove, nonostante le continue sofferenze e il continuo bisogno di essere medicato e curato, seppe trovare il modo di amare ogni volontario che riuscisse a non farsi scoraggiare dal suo modo di approcciarsi; e lo amava così: lasciando piccoli spiragli socchiusi dove potersi mettere in suo ascolto.
Dava fiducia, se trovava chi gliene dava.

Lo stato della parafimosi
Lo stato della parafimosi

Al suo arrivo furono per primi i denti e i piedi trascurati a essere curati, ma quello che allarmava di più era una grave infezione al pene sottovalutata veramente da troppo, troppo tempo.

Un mese dopo, a causa dell’urgenza che richiedeva il suo stato di salute, fu portato alla clinica di Volpago del Montello, dove i chirurghi si ritrovarono a dovergli amputare l’80% del pene per togliere la massa del tessuto cicatriziale generato dalla parafimosi incurata: quasi due chili.

L’intervento, per l’incosciente protrazione, non fu completamente risolutivo e un semestre più tardi Giove si ritrovò incontinente, con dolori alla minzione, con un edema della parete ventrale dell`addome e una recidiva di quello prepuziale.

Prima e dopo l'intervento
Prima e dopo l’intervento

Messo Giove sotto antibiotici Evelyne e il suo staff decisero che sarebbe tornato nuovamente in clinica.
In clinica Giove fu cateterizzato, la vescica fu svuotata e ripulita ma l’ecografia trans rettale eseguita per vedere se tutto il processo fosse stato eseguito in modo completo, rilevò una presenza inaspettata.
I volontari che erano andati a prenderlo credendolo in dimissione dovettero invece salutarlo e tornare al Rifugio con il trailer vuoto.

Si trova scritto sui post di aggiornamento sulla sua salute:
“Oggi siamo tornati dalla clinica… senza Giove!
Un’ecografia ha evidenziato la presenza in vescica di un calcolo enorme.”

3.1giove deceduto

Le sorti di Giove erano in pericolo e così attorno a Giove si creò in breve tempo una catena di solidarietà fra i volontari e gli amici del Rifugio per potergli garantire la permanenza di clinica, il rischioso e costosissimo intervento e tutte le cure necessarie.

Occorsero due ore di anestesia per effettuare una breccia per l’esteriorizzazione della vescica e l’esportazione di quello che si rivelò essere un calcolo di proporzioni davvero eccezionali, causato da anni di impossibilità di svuotamento completo della vescica dovuta alla parafimosi.
La sostanza che la cartella descrive come “marrone-gialla compatta e di consistenza gommosa, grande come un melone” si rivelò essere abbastanza friabile da essere rimossa per frantumazione e l’intervento fu più sicuro del previsto.
Giove si risvegliò in buone condizioni e trascorse tredici giorni di ricovero in clinica dove i volontari non mancarono di andare a trovarlo il più spesso possibile per distrarlo da una routine fatta di cateteri, lavaggi vescicali e immancabili antibiotici.

“Oggi siamo andati a trovare Giove in clinica, sembrava molto contento di vederci!
L`intervento è andato bene e in questi giorni proseguirà le cure post operatorie del caso in clinica, sotto stretto controllo medico.
Salvo complicazioni improvvise, tornerà a casa lunedì 29 novembre.”<

Giove, tempra inossidabile, non deluse: tornò a casa accolto con piacere dai suoi amici animali umani e non umani. Il suo compagno di paddock Gastone lo stava aspettando con ansia, tutti non vedevano l’ora tornasse e anche lui era proprio contento.
Però un terzo ciclo di antibiotici e una sconfortante ipotesi, attendevano Giove da lì a pochissimo.

Non era passato nemmeno un mese che si dovette ricominciare a cateterizzare la vescica e in gennaio a Giove, dopo l’ennesima ecografia, fu trovato in vescica sangue coagulato, materiale purulento e fango renale. Come se non bastasse fu notata una parziale ostruzione del canale uretrale e il campione di urina rivelò la presenza di enterobatteri del genere proteus.
Una grave ipotesi fece vacillare l’ottimismo di tutti. La vescica pareva paralizzata.

La cistoplessia o “paralisi della vescica” è una patologia comune fra i cavalli non più giovani. Alla diagnosi segue quasi regolarmente l’eutanasia.

Quasi regolarmente.

A Giove invece spettò un altro anno di vita.

La gestione prevedeva regolari cure e attenzioni: la vescica andava tenuta sgombra dal coagulo sanguigno e dal fango renale tramite cateterismi regolari; la terapia antibiotica venne ripetuta e fu proposto a Giove anche un ciclo trimestrale di fito-terapici. La ricetta del fitoterapista portò a buoni risultati, tanto che al termine del periodo Giove aveva ripreso parzialmente ad urinare in modo efficacie svuotando da solo tutta la vescica almeno una volta al giorno.
Le perdite di urina causate dall’incontinenza che avevano inizialmente causato lesioni e ragadi alla cute delle zampe posteriori, tramite lavaggi quotidiani e applicazioni protettive furono risolte.

Per un bel periodo non servirono più cateteri e antibiotici facendo vivere Giove dei buoni mesi di serenità in compagnia del suo compagno Gastone.

Nel 2012 Giove iniziò a soffrire per continue recidive di cistiti; fu proprio a causa di un attacco parossistico di cistite che non regredì con nessun ausilio, né meccanico né farmacologico, che ci si trovò a prendere la grande decisione di ricorrere all’eutanasia. Era l’inverno del 2012.

Evelyne scrive di lui:

Giove
– sei arrivato al Rifugio distrutto nel corpo
– ma non nella mente. Incazzato nero con la razza umana – che ti ha così ferito!
Giove
– non ho mai conosciuto un cavallo come te – forte – un vero Maremmano!
Giove
– mi hai insegnato ascoltarti, fidarmi di te, e ridere con te.
Non mi hai mai fatto male, non mi hai mai morsicato.
Mi hai dato la tua fiducia e credo anche il tuo amore.
Giove
– grazie della tua amicizia e della tua fiducia.